Don Liborio La Manna, per sfamare la sua numerosa famiglia, si è inventato una strana professione: quella dell’”invitato” che si presenta in abito da cerimonia a banchetti e ricevimenti, durante i quali fa man bassa di tutto ciò che riesce a nascondere in apposite tasche collocate sotto la giacca.

La commedia di Scarnicci e Tarabusi, volta in ispirito e succhi napoletani da Aldo Giuffré, ha il grande merito di essere deliberatamente una farsa, una di quelle farse che si inserisce facilmente nella bella tradizione del teatro comico napoletano: scaltra, gioconda, congegnata mirabilmente, esilarante fino alle lacrime.

Ma. Rai.

Abbiamo la fondata impressione che gran parte della felicità comica della rappresentazione sia dovuta alla riduzione “napoletana” di Aldo Giuffré, crediamo infatti che senza la veridicità dialettale, senza certa inventiva popolaresca e colorata che l’ambientazione garantisce, questo Caviale e Lenticchie sarebbe riuscito ad essere poco più che una serie di sketch legati assieme con cuciture piuttosto visibili.

I. R.

Un pubblico molto numeroso, al Manzoni; una felice serata, grazie alla vivace recitazione.

Aldo Giuffré, nella parte di Vincenzo, un giovanotto allegramente disposto ai compromessi. Taluni duetti tra lui e Taranto sono stati di reale efficacia

Una spassosa scena della commedia rappresentata con grande successo ieri sera: Aldo Giuffrè e Taranto

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Aldo Giuffré 2013

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