Ho, praticamente, smantellato la commedia. Ho lasciato in piedi solo lo spunto. E su quello ho lavorato. È stato facile, ancorché delicato e complicatissimo, poiché è su quello spunto che la commedia poggia e ha modo di articolarsi. La pazzia - anche solo come argomento di discussione - non è tema da abbandonare a se stesso, affidandogli solo il compito di mostrare la sua superficie affinché si possa ridere di qualche smorfia o di qualche buffa (perché paradossale) fissazione. Calandosi in profondità nelle fissazioni, si può anche continuare a ridere, ma tanto ci si accorge che ridiamo di noi stessi. E allora la farsa si muta in tragedia. Che è, allargando a dismisura il concetto, la tragedia di cui siamo protagonisti dall'inizio alla fine della nostra vita. Ecco dunque che i personaggi de "Il medico dei pazzi" sono pazzi senza averne coscienza, ma soffrendone nel momento in cui dovesse far capolino il subconscio. E sono risibili, esilaranti più che mai. In questa risposta de “Il medico dei pazzi" si agitano quei pazzi che il manicomio non accetta perché la loro è follia del quotidiano, una follia che gli psichiatri non si pongono di studiare,  ma solo perché ne sono incapaci. E ne sono incapaci perché è la loro stessa follia.

 

Programma di Sala, 1999 Aldo Giuffré

Pasquale Bellini - Gazzetta del Mezzogiorno,  18 gen. 1999

È nel nome e nella memoria di Totò, a ridosso del centenario della nascita, che questa edizione della scarpettiana commedia “Il medico dei pazzi” trova in Aldo Giuffrè (che fu al fianco del Principe nella pellicola del '54) un protagonista e regista certo in grado di assumere su di sé l'onere della testimonianza, anzi la prova provata di una continuità comica napoletana che dall'Ottocento al Duemila continua a divertire e stupire, utilizzando con talento i meccanismi stereotipati della farsa. Lo spettacolo (al Teatroteam di Bari) riconduce in fondo ad una «maniera comica», quella dei pazzi da commedia, uno spassoso «elogio della follia» che travolge e confonde Felice Sciosciammocca quando nella Pensione Stel la affronta i mattissimi clienti credendoli a buon diritto (su istigazione del nipote falso medico) veri pazienti.

Ricordiamo la brava Bianca Sollazzo (vedova in lite con la grammatica), Saverio Mattei (maggiore e balbuziente) e ancora Monica Sallese (Rosina), Mario Salomone (il nipote), Enzo La Marca (violinista), Antonino Miele (giornalista), Antonia Esposito (nipote zitella), Vito Cesaro (direttore della pensione), Enzo Casertano, Rita Mussomeli, Emilio La Marca accomunati a Giuffrè nei calorosi reiterati applausi finali.

Omaggio a Totò e al teatro comico, da parte di Giuffrè (che ha anche ricordato i suoi esordi teatrali al Piccinni di Bari con Eduardo nel '48). Il Medico dei Pazzi è prodotto dall’Ente Antonio De Curtis, che ha curato anche una mostra di materiali allestita nel foyer del Teatro.

 

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