Renzo Tian - Il Messaggero, 13 Dicembre 1985

Quando Antonio Petito, nell’estate del 1866, mandava in scena la sua “Francesca da Rimini, tragedia a vapore stravisata da Pulcinella Cetrulo etc.” non poteva certo rendersi conto di essere un precursore, e che di lì a un secolo sarebbe venuta fuori la questione della lingua e del dialetto, a teatro e fuori. Petito aveva già fatto alcune clamorose parodie di classici illustri, primo fra tutti il Faust. Ma la Francesca non è una semplice parodia, è un’invenzione totale. Il bersaglio non è tanto la retorica tragica di Silvio Pellico, ma più semplicemente la cosiddetta lingua italiana. E il canovaccio che adesso Aldo e Carlo Giuffré rendono trionfalmente al Quirino non è se non la geniale dimostrazione della inesistenza della lingua italiana.

Enzo Siciliano - Corriere della Sera, 12 Dicembre 1985

Il pubblico ha tributato allo spettacolo una vera ovazione: alla fine non abbandonava più la platea e reiteratamente chiamava in ribalta gli attori.

Ghigo De Chiara - Avanti, 13 Dicembre. 1985

Andateci, lettori cari: è una di quelle occasioni in cui anche il disincantato critico è felice di “esserci”.

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