Franco De Ciuceis - IL MATTINO - 11 Dicembre 2003

Forse è insolito, ma questa volta bisogna incominciare proprio dal sipario. Quando le cortine di velluto si aprono, ancora non si disvela la scena, ma c’è la sorpresa di un grande telone dipinto, come nei teatri di un tempo, che illustra il trionfo di Don Felice Sciosciammocca mentre ascende alla gloria del Parnaso. L’allegoria pittorica dà il segno dell’operazione compiuta da Aldo Giuffré, il quale ha voluto celebrare Eduardo Scarpetta, nei 150 anni dalla nascita, ricordando il segno distintivo della sua “riforma” del teatro, il passaggio della maschera di Pulcinella portata all’apice da Petito, al nuovo tipo della commedia borghese, Sciosciammocca. Giuffré ha scelto un testo di Scarpetta poco più che ventenne, dove Felice e Pulcinella ancora convivono e giocano in contrappunto i loro caratteri. E ne ha curato l’adattamento, con agile riscrittura.

Renato Ribaud - AVANTI - 15 Dicembre 2003

La commedia è piena di comicità e allegria e in più la bella musica di Manuel De Sica le dona un tocco elegante, quasi da opera buffa. Ma l’aspetto più straordinario è la scelta, da parte dell’autore, di Pulcinella come co-protagonista, interpretato con l’esperienza che lo contraddistingue, da Rino Marcelli. Per Giuffré è stata un’occasione da non perdere di ricostruire nei suoi elementi più classici e suggestivi quel teatro che nel pieno Ottocento vide trionfare la commedia popolare.

Maschera in cuoio, dell'ottocento, lavorata artiginalmente dagli stessi attori, appartenuta al famoso Antonio Petito e regalata ad Aldo

Fondazione

Aldo Giuffré 2013

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